Il sistema provinciale e le specificità locali
La provincia di Novara si colloca all'intersezione tra le due dorsali continentali, la cosiddetta "Sun Belt", che va dalla Catalogna alla Baviera, e la cosiddetta "Banana Blue", che corre dall'Inghilterra meridionale al sud della pianura padana; inoltre, il territorio novarese si colloca lungo il principale asse infrastrutturale est-ovest del nostro paese, e in posizione intermedia tra le aree metropolitane milanese e torinese e alcuni fondamentali "porte" del nord Italia verso i paesi del nord Europa (innanzitutto l'asse del Sempione, ma anche quello del Gottardo).
Quest'area rappresenta uno dei sistemi territoriali e produttivi più ricchi e avanzati del paese. In questa ampia macroregione, la provincia di Novara assume una posizione centrale sia sotto il profilo geografico, sia come snodo delle grandi infrastrutture di trasporto.
Il contesto territoriale di riferimento non è naturalmente omogeneo. Nella stessa Provincia di Novara hanno convissuto diversi modelli di sviluppo locali: da quelli centrati sul ruolo del settore primario (soprattutto nella pianura irrigua localizzata a sud della provincia), a quelli definiti intorno ad imprese manifatturiere leader di grandi dimensioni (soprattutto nella città di Novara e nei settori chimico, con il polo della Montedison, editoriale, intorno alla De Agostini e alimentare, con la presenza della Pavesi), fino a quelli guidati dallo sviluppo di sistemi distrettuali di piccole e medie imprese industriali (soprattutto nella zona settentrionale, con il distretto della rubinetteria, e nella zona occidentale, con il distretto del tessile e abbigliamento, e in particolare dei costumi da bagno).
Ciascuno di questi percorsi di crescita economica, nel territorio novarese e più in generale nel sistema del nord-ovest, ha subito negli ultimi decenni processi di ristrutturazione profonda. Attualmente Il territorio della Provincia di Novara si confronta quotidianamente, in campo socio economico, con indicazioni, opportunità e stimoli che trovano origine nell'influenza sempre maggiore che i mercati internazionali hanno su ogni singola area geografica. Questo confronto sollecita una strategia a rete, che nasca e si sviluppi in un nodo, anche complesso, di relazioni.
Dall'analisi della CCIAA nel corso della terza Giornata dell'Economia emerge che: "il sistema imprenditoriale novarese sta vivendo una fase di transizione: l'industria, fortemente export-oriented, perde competitività nell'arena internazionale, esposta alla concorrenza dei Paesi emergenti a basso costo del lavoro, proprio nei suoi tradizionali mercati di sbocco – essenzialmente i partner dell'Unione europea – ed è costretta a tagliare produzione e posti di lavoro; il terziario, nel contempo, avanza, ma non pare aver ancora trovato una propria "vocazione" e difficilmente potrà compensare, perlomeno in termini di posti di lavoro, la perdita delle manifatture."
Peraltro l'industria locale sembra in grado di utilizzare anche strategie di internazionalizzazione più complesse, rispetto ai semplici flussi commerciali, tanto che nella media del quadriennio 2000/2003 gli investimenti diretti all'estero delle imprese novaresi, a livello regionale, sono risultati inferiori solo a quelli delle imprese torinesi.
Il Novarese manifesta altresì evidenti difficoltà nell'attrazione di capitali dall'estero: nel contesto regionale, infatti, si colloca, sempre nella media del periodo 2000-2003, in quarta posizione, preceduto, oltre che da Torino, anche da Cuneo e Alessandria.
D'altro canto l'industria novarese presenta una capacità di generare innovazione superiore alla media nazionale: nel 2002 sono stati depositati circa 152 brevetti per milione di abitanti contro i 76 della media italiana; sono presenti sul territorio aziende che si sono distinte per capacità innovativa al servizio dell'impegno nel campo della sostenibilità, come Giacomini (azienda leader per le teconologie dell'idrogeno applicate al settore idro-termosanitario), Novamont (bioplastiche con proprietà d'uso simili a quelle delle plastiche convenzionali e la possibilità di essere biodegradabili e compostabili) e Olivari B (tecniche che eliminano il cromo esavalente dai bagni di cromatura).
Non bisogna però dimenticare che queste rappresentano delle eccezioni rispetto al mondo della piccola e media impresa, che invece necessita, per il proprio rilancio, di ampi interventi formativi e di accompagnamento.
Il settore agricolo, che negli ultimi anni ha subito radicali mutamenti e ha dimezzato il numero delle aziende agricole rispetto agli anni '90, ha visto un forte aumento delle dimensioni medie aziendali, sviluppando aziende più organizzate, più produttive e soprattutto in grado di assorbire manodopera e ha definito un sistema di relazioni tra produttori e consumatori che individua una domanda di beni alimentari sempre più connessa con la salubrità e la naturalità degli alimenti, accompagnata dalla ricerca della qualità e della sicurezza e del forte legame con la storia e la cultura del nostro territorio.
Date queste premesse, la sfida che attende il territorio della Provincia di Novara nei prossimi anni è il fare propri i concetti dello sviluppo sostenibile, così da trasformarli nel principale fattore di competitività per il rilancio dell'intero sistema territoriale.
Tratto dal "Piano Territoriale Provinciale" del 2004 e dal "Patto per lo sviluppo" del 2005