Punti di forza (Strength) |
Punti di debolezza (Weakness) |
La provincia di Novara è una "regione cerniera", collocata in una posizione geografica (tra le due aree metropolitane del nord Italia e all’intersezione tra gli assi Lione-Trieste-Est Europa e Centro Europa-Sempione-Genova-Mediterraneo) e infrastrutturale (rete autostradale, rete su ferro e nuovo scalo di Malpensa 2000) privilegiate. L'importanza del Polo logistico di Novara offre opportunità per interventi e azioni che potranno avere ricadute sia territoriali sia occupazionali. |
Il necessario ammodernamento delle reti è in ritardo rispetto
ai processi in corso. Le infrastrutture dello sviluppo sono oggi
insufficienti: le reti per la mobilità non sono ancora interconnesse.
Malpensa 2000 finora ha portato prevalentemente disagi (inquinamento
acustico) per la popolazione novarese. |
Il ruolo degli enti locali è riconosciuto dai principali interlocutori
economici e sociali.
Si stanno avviando forme di cooperazione interistituzionale. Sono
forti le attese nei confronti del PTP e le richieste di coordinamento
dellazione pubblica. |
Non è sempre facile il rapporto con la Regione Piemonte.
Non sufficientemente sfruttate alcune occasioni importanti di
accesso a sostegni finanziari nazionali e comunitari. Vi sono
ritardi nell'avvio di azioni coordinate di pianificazione e di
governo. |
E presente un forte network di attori economico-sociali, rappresentativi
di un tessuto ricco e articolato. La società locale è relativamente
coesa ed è presente una buona condivisione dei grandi obiettivi
strategici. |
E’ bassa la propensione all’azione "congiunta" per la realizzazione di investimenti che rafforzino il "capitale fisso sociale", anche per la presenza di un certo conservatorismo.
E debole la capacità di lobbying territoriale |
La situazione demografica è favorevole, soprattutto rispetto alle
altre province del Piemonte: la popolazione è giovane e ancora
in crescita (+1,8% della popolazione tra il 1991 e il 1996). |
Gli scenari demografici al 2003 evidenziano una certa capacità
di attrazione della popolazione, ma il saldo migratorio relativo
potrebbe non compensare le dinamiche di medio periodo del saldo
naturale. |
E in corso un aumento delle abitazioni totali e occupate, che
ha riguardato in particolare la subarea dellOvest-Ticino, ma
anche il comune di Novara. Cresce il fenomeno delle seconde case
nelle zone turistiche. |
Il mercato immobiliare ha avuto nel corso degli anni 90 andamenti
decrescenti, in linea con quanto accaduto in tutto il Paese. |
Leconomia novarese complessivamente "tiene". I tassi di disoccupazione
sono contenuti (di poco inferiore al 5%) e non sono presenti violenti
conflitti sociali. |
Le dinamiche congiunturali recenti segnalano un netto rallentamento.
Situazioni di crisi nella chimica e nel tessile.
Vi è una concentrazione dei problemi occupazionali nella città
di Novara. |
La tradizione imprenditoriale del novarese è antica: è forte una
cultura dintrapresa radicata localmente. |
La grande impresa "fordista" è in difficoltà (ridimensionamento del polo chimico novarese e difficoltà di grandi imprese come la Bemberg di Gozzano) o in fase di ristrutturazione (editoria, settore alimentare). |
Il settore agricolo è forte e industrializzato, centrato su un
tessuto di imprese ben organizzate. Grandi potenzialità anche
nei settori vitivinicolo e del florovivaismo. |
La coltura del riso sta affrontando un periodo di gravi difficoltà
di mercato e di ridefinizione della regolamentazione istituzionale
del settore.
Il florovivaismo stenta a trovare il proprio spazio nel mercato
europeo, in modo compatibile con la tutela paesistica. |
La provincia è ricca anche dal punto di vista delle risorse energetiche:
il campo petrolifero Agip (con il polo petrolchimico di San Martino
di Trecate) è fra i più importanti d'Europa. |
La presenza del campo e del polo petrolchimico è a forte impatto
e rappresenta un fattore di alto rischio ambientale.
Le royalty non sono finalizzate alla realizzazione di piani e
progetti adeguatamente definiti ed estesi. |
La provincia di Novara ha sperimentato diversi percorsi di sviluppo,
tra loro complementari:
- il percorso dalla grande impresa manifatturiera che nella città
capoluogo si accompagna allo sviluppo di servizi di rango elevato;
- il percorso centrato sul settore agroindustriale dei cereali
e in particolare del riso e sulluso intensivo del suolo nella
pianura novarese;
- il percorso caratterizzato dalla presenza di distretti industriali
e di aree di specializzazione produttiva basate sulle piccole
e medie imprese nellarea che va da Borgomanero al Basso Cusio
e in parte dellOvest-Ticino;
- il percorso legato alle risorse turistiche e ambientali dellecologia
lacuale nella parte meridionale del Lago Maggiore e del Lago dOrta. |
La compresenza di una pluralità di percorsi di sviluppo non è
stata omogenea.
- Alcuni modelli di sviluppo locale (quello basato sullagricoltura
intensiva e quello centrato sulla grande impresa) sono in crisi.
- Altri ritardano nel processo di modernizzazione (quelli turistico
e della floricoltura).
- Altri ancora sono in una delicata fase di transizione (i distretti
industriali).
E mancata una politica territoriale di sviluppo locale che sapesse
assumere e valorizzare queste differenze. |
Il tessuto delle PMI è ricco e diversificato sotto il profilo
settoriale e della dinamicità imprenditoriale.
Sono presenti due principali sistemi locali con caratteri distrettuali:
il distretto meccanico della rubinetteria e del valvolame tra
San Maurizio DOpaglio e Borgomanero e il distretto del tessile/abbigliamento
nellarea di Oleggio-Varallo Pombia con estensioni nella medio
bassa pianura.
Il tessuto delle PMI è fortemente export-oriented. |
Mancano aree industriali dotate di infrastrutture e servizi, adatte
alla localizzazione di nuove imprese.
La delimitazione istituzionale dei distretti non rispecchia la
loro realtà territoriale e organizzativa.
I vantaggi del distretto meccanico (rubinetteria tra Borgomanero
e basso Cusio) sono ancora troppo legati alla competitività dei
prezzi.
Alcune filiere produttive tradizionali (tessile e abbigliamento)
sono in difficoltà nel nuovo contesto competitivo. |
Sono presenti e fortemente radicate sul territorio aziende di
credito che hanno avuto un ruolo storico nella promozione dello
sviluppo locale: la Banca Popolare di Novara e la Banca Popolare
di Intra. |
Laccesso al credito da parte delle PMI e alle imprese artigiane
è limitato. Sono forti i problemi di finanziamento per i progetti
imprenditoriali innovativi.
La dimensione tipica delle banche locali non consente un ruolo
da protagonista nei processi di accorpamento. |
Novara è con Vercelli e Alessandria sede del polo dellUniversità
del Piemonte Orientale. Sono localizzate a Novara facoltà altamente
qualificate.
Novara è storicamente un importante polo della ricerca, dotato
di centri di eccellenza di gran tradizione (Ist. Donegani, Ist.
Metalli Leggeri).
Possibilità di coordinamento e azione fra università, istituti
di ricerca e imprese nella ricerca e sviluppo per la chimica,
la medicina e la farmaceutica. |
L’offerta formativa è scarsamente diversificata, soprattutto nei corsi di laurea più legati alla struttura produttiva caratterizzante il contesto novarese. Mancano in particolare offerte formative nel segmento dei diplomi universitari. Le strutture e i poli tradizionali della ricerca sono stati ridimensionati: è in corso una "fuga di cervelli". |
Sono presenti imprese innovative in settori ad alta tecnologia
(chimica fine, materiali), nelle quali è impegnato capitale umano
altamente qualificato. |
E insufficienti lofferta di professionalità qualificate, sia
a livello operaio sia ai livelli superiori. Manca una politica
complessiva del capitale umano, dalla formazione professionale
alla formazione universitaria e post-universitaria. |
La provincia ha straordinarie risorse ambientali: i due laghi,
il Mottarone, il Ticino, il Sesia, larea collinare, che cominciano
ad essere valorizzate in una politica turistica a scala locale. |
Il settore turistico è importante ma fragile, soprattutto perché
poco innovativo e legato a una struttura dimpresa tradizionale.
Manca unofferta adeguata nei servizi a sostegno e a complemento
del turismo ricreativo e nel segmento del turismo daffari. |
Novara è ormai un polo di livello regionale nel sistema dei servizi.
Buona è lofferta nei settori dei servizi alle persone (sanità,
assistenza, scuola e università). |
La terziarizzazione che ha investito la provincia e soprattutto
il polo novarese ha riguardato innanzi tutto i servizi alle imprese
meno qualificati: è modesto il tessuto delle imprese private di
servizi ad alto valore aggiunto. |
E qualificata lofferta nel settore del commercio e della distribuzione
grande e piccola.
Cresce la capacità del piccolo commercio di posizionarsi in segmenti
di qualità. |
Non si è arrestata la contrazione dei servizi commerciali al minuto.
Non è del tutto satura lofferta di strutture della grande distribuzione
commerciale. |
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Opportunità (Opportunities) |
Rischi (Threats) |
Effetti virtuosi della realizzazione dei grandi progetti infrastrutturali
previsti per il territorio novarese:
sviluppo degli effetti indotti dalla realizzazione delloscalo
Malpensa 2000;
sviluppo del settore della logistica e dellintermodalità (pieno
dispiegamento delle attività del CIM);
alta capacità ferroviaria e riassetto del sistema delle infrastrutture
sugli assi N/S ed E/O.
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Aggravarsi dell'impatto ambientale di Malpensa 2000.
Crescente concorrenzialità di altre aree rispetto alla localizzazione
di funzioni pregiate e di nuove imprese e alla capacità di appropriarsi
degli spillover dei grandi progetti infrastrutturali:
- larea milanese sul fonte dellalta direzionalità e del terziario
avanzato;
- i poli logistici di Verona e di Mortara rispetto al settore della
logistica delle merci nel Nord Italia
- le province della Lombardia occidentale rispetto agli effetti
di Malpensa 2000;
- le province lombarde e Vercelli rispetto allofferta insediativa.
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Sviluppo del polo universitario e integrazione con il sistema
della ricerca e dellinnovazione. |
Impoverimento complessivo del capitale umano e progressiva "estroversione" della struttura economica della provincia (incapacità di trovare un profilo e crescente dipendenza da Milano). |
Presenza di strumenti di concertazione già operativi (tavolo di
concertazione) e programmati (Agenzia, intesa sulle aree industriali
di Novara). |
Paralisi decisionale e "confrontation game" relativamente alle funzioni e all’operatività dell’Agenzia per lo Sviluppo. |
Disponibilità nazionali e europee di incentivo e di trasferimento
di know how per progetti di riqualificazione urbana e ambientale. |
Progressiva e ulteriore riduzione delle risorse e dei finanziamenti
diretti allo sviluppo locale da parte dellUE (con la ridefinizione
degli obiettivi territoriali nel nuovo Programma Quadro) e del
Governo nazionale (con unulteriore accentuazione degli sforzi
verso le regioni meridionali). |
Processi di decentramento di competenze e di snellimento burocratico
(pianificazione territoriale, formazione professionale, sportello
unico, autonomia degli atenei universitari, ecc.). |
Indebolimento delle capacità tecniche e finanziarie degli enti
pubblici. |
Innovazioni radicali nella struttura del sistema del credito e
degli intermediari finanziari e introduzione di strumenti innovativi
di finanziamento. |
Perdita del radicamento territoriale delle grandi banche popolari
del novarese per effetto dei processi di globalizzazione. |
Possibile avvio regionale di un distretto agro-industriale risicolo
e del vino |
Aspettative di crisi strutturale delle colture risicole. |
Elevata domanda di qualità ambientale e urbanistica dei nuovi
insediamenti. |
Spinte speculative sul fronte immobiliare, in relazione ai grandi
progetti in corso di attuazione, con conseguente riduzione della
qualità ambientale e della qualità della vita. |
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Lo scenario virtuoso |
Lo scenario "critico" |
Capacità di cogliere l’occasione della realizzazione dei grandi progetti infrastrutturali per consolidare un ruolo della provincia come "area cerniera" di livello europeo e per favorire la creazione e la localizzazione di nuove imprese legate ai settori della logistica e del primo trattamento delle merci. |
Incapacità di realizzare le necessarie "infrastrutture per lo sviluppo" e riduzione del ruolo potenziale di Novara da snodo logistico e infrastrutturale di livello europeo a zona a sviluppo stagnante o addirittura declinante, estranea ai grandi circuiti internazionali materiali e immateriali. |
Qualificazione di Novara come polo dei servizi al sistema produttivi,
della ricerca e delluniversità, fortemente integrato con i sistemi
produttivi locali. Posizionamento del polo novarese come polo
complementare, non competitivo, rispetto a Milano. |
Mancata connessione tra polo universitario e polo della ricerca,
con conseguente affermazione per il polo novarese di un modello
di terziarizzazione centrato sui servizi meno innovativi. |
Rafforzamento della vocazione industriale della provincia, attraverso
lo sviluppo della competitività delle PMI sui terreni dellinnovazione,
della qualità e della ricchezza del capitale umano. |
Crisi del modello di crescita centrato sulle PMI in ragione della crescente concorrenzialità di prezzo di altri sistemi produttivi locali italiani ed esteri e in mancanza di una forte capacità di innovazione e qualificazione dei prodotti. |
Rilancio di uno sviluppo "ambientalmente sostenibile" del settore turistico, fortemente intrecciato alla valorizzazione del patrimonio storico ambientale e paesaggistico. |
Riduzione della qualità ambientale e della qualità della vita, in ragione della realizzazione di operazioni e progetti non coordinati, ad elevato consumo di suolo e impatto ambientale. |
Evoluzione market-oriented della produzione risicola, più rispettosa
dell'ambiente e forte valorizzazione dei prodotti tipici nei segmenti
delle colture non industrializzate. |
Crisi del settore della produzione risicola e riduzione drastica
del peso dellagricoltura nellequilibrio economico-produttivo
complessivo del novarese. |
Capacità di coordinamento e programmazione tra istituzioni e attori sociali, e di realizzazione di progetti e politiche comuni. Buon funzionamento dell’Agenzia di Sviluppo e di altri strumenti di coordinamento (sportello unico, agenzie di sviluppo a livello di distretto, etc.). Buona capacità di progettare e implementare politiche "abilitanti" per lo sviluppo locale. |
Crisi e paralisi dei processi decisionali. Incapacità di realizzare
progetti condivisi. LAgenzia diventa più un ostacolo che un veicolo
per costruire azioni comuni. |
Ruolo crescente della provincia di Novara nei confronti delle
Regioni, del Governo e dellUE. Forte capacità di lobbying e di
marketing territoriale. Forte capacità di coordinamento delle
azioni dei comuni e di coinvolgimento dei comuni nellelaborazione
delle strategie di sviluppo. |
Debolezza crescente delle istituzioni e degli enti locali. Scarsa
programmazione e scarso coordinamento delle azioni svolte dalle
singole comunità locali. |