QUADRO ANALITICO CONOSCITIVO
IL SISTEMA PROVINCIALE E LE SPECIFICITÀ LOCALI
2.6. IL PAESAGGIO E L'AMBIENTE
2.6.1. Riferimenti normativi
2.6.2. Il paesaggio nella provincia di Novara
2.6.3. Ambiti di paesaggio
TAVOLE


2.6.1. Riferimenti normativi
Il paesaggio nella legislazione nazionale e regionale

A partire dal dettato costituzionale (art. 9) che stabilisce che la Repubblica Italiana tutela il paesaggio, l'apparato normativo statale oggi si fonda sulla legge n° 1497 del 29/06/1939 con il suo Regolamento applicativo (R.D. n° 1357/1940) e sulla più recente legge n° 431 del 08/08/1985, oltre che sulle relative Circolari interpretative.
Alla cultura essenzialmente vincolistica della L. 1497/39 "Protezione delle bellezze naturali" corrisponde una visione di paesaggio come insieme di bellezze, naturali e panoramiche, o come contesto di edificati rilevanti quali ville o complessi di immobili, comunque "...considerati come quadri naturali...".
Con l'apposizione di vincolo, attribuito sostanzialmente per evitare situazioni di pregiudizio che possano guastare questo quadro o insieme di bellezze, gli eventuali interventi di trasformazione possono essere attuati solo attraverso la formazione di un piano territoriale paesistico, previsto dalla Legge per approfondire i caratteri specifici dell’ambito vincolato, e quindi per rendere attiva la forma di tutela altrimenti semplicemente passiva.
L'imposizione di vincoli, cui consegue l'attuale regime di rilascio delle autorizzazioni da parte degli Enti preposti (Servizi Regionali e Soprintendenze), considerata comunque come strumento "di base" della tutela di insiemi di beni sul territorio, si è dimostrata non esaustiva né particolarmente efficace in termini di valorizzazione dei beni stessi, spesso abbandonati, proprio in quanto vincolati, ad un progressivo degrado.
La più recente L. 431/85, redatta in una situazione di emergenza ambientale e di vuoto normativo, opera ancora mediante apposizione di vincolo paesistico ex L.1497/39, immediatamente operativo e non modificabile amministrativamente, applicato questa volta non a singoli "quadri ambientali" ma ad intere categorie di beni considerati cardini del patrimonio paesistico ambientale dello Stato: zone costiere, fasce lacustri e fluviali, montagne alpine ed appenniniche, parchi e riserve naturali, ghiacciai e circhi glaciali, vulcani, zone umide, territori coperti da boschi, zone di interesse archeologico, zone gravate da usi civici, oltre a ville, parchi e giardini.
Sui territori interessati dalla presenza di tali beni, quindi soggetti a vincolo paesistico, la L.431/85 e la sua Circolare applicativa 8/85, stabiliscono che debbano essere redatti piani paesistici o piani territoriali con specifica valenza e considerazione dei valori paesistici ed ambientali, a cura delle Regioni o, in caso di inadempienza, del Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali. In tal modo si concretizza non solo il passaggio verso l'obbligatorietà della pianificazione paesistica, ma anche la delega alle Regioni circa la tutela e la valorizzazione i del paesaggio.
La Regione Piemonte prende in esame il paesaggio essenzialmente attraverso la L.R. 56/77, legge urbanistica regionale, e la L.R.20/89.
La prima definisce le finalità di tutela, salvaguardia e valorizzazione dei beni paesistici, stabilendo gli strumenti operativi adottabili ed i livelli della pianificazione efficaci ai sensi della L.431/'85 (Piani territoriali regionali, provinciali e metropolitani; Progetti territoriali operativi; Piani paesistici).
La stessa legge detta altre norme e prescrizioni relative all'ambiente ed al paesaggio: tutela dei beni, integrazione degli elenchi 1497/39, misure di salvaguardia e altri provvedimenti cautelari o inibitori, trattamento delle aree vincolate da parte della pianificazione comunale, ecc. (essenzialmente agli artt. 9, 13, 24).
La L.R.20/89 e la L.R. 45/94, specificano meglio i contenuti, gli interventi e le modalità operative della pianificazione paesistica per i territori sottoposti a vincolo diretto o derivante da normative regionali.
Il Piano Territoriale Regionale (PTR), predisposto dalla Giunta, viene espressamente definito "piano urbanistico-territoriale con specifica considerazione dei valori paesistici ed ambientali" ai sensi dell’art.1bis della L.431/85. Di conseguenza il PTR contiene vincoli specifici a tutela di beni cartograficamente individuati, direttive ed indirizzi per i soggetti pubblici (Province e Comuni) cui sono delegate le funzioni di tutela ambientale nonché prescrizioni vincolanti per gli strumenti urbanistici.
Il P.T.R. individua in Tav.1 e norma agli artt. 7, 11, 12 alcune aree ed elementi correlati al paesaggio (sistema delle emergenze paesistiche, ovvero quinte collinari e rilievi montuosi; aree con strutture colturali a forte dominanza paesistica, ovvero gli ambiti collinari a produzione vitivinicola; aree di elevata qualità paesistico ambientale, ovvero aree di rilevante significato naturalistico e/o storico culturale).
Concorrono inoltre a definire altri aspetti correlati al paesaggio anche gli articoli relativi ai beni ambientali (art.8, 9, 13, 14, 15, 20) e storico culturali (art.16, 17, 18, e 19), questi ultimi oggetto di trattazione specifica nella presente relazione al cap. 2.5 e relativi allegati.

Nella provincia di Novara è inoltre vigente il Piano Territoriale Regionale - Area di approfondimento dell'Ovest Ticino, approvato ai sensi dell'art.39.4 del PTR stesso ed operativo per dieci comuni (Novara e comuni dell'Ovest Ticino), con valenza paesistico ambientale.
Tale Piano, approvato nel 1997 contestualmente al P.T.R., si pone come obiettivo prioritario la valorizzazione complessiva della 'riconoscibilità' del territorio considerato, in particolare accentrando l'attenzione sulla pianificazione del territorio extraurbano, oggetto di analisi generale nell"Abaco dei sistemi" allegato alle analisi di piano.
La struttura normativa del Piano Ovest Ticino si compone di due parti fra loro strettamente interrelate; la prima, "Schede d'ambito", prende in considerazione specifiche aree ed elementi di progetto, definendo nel dettaglio indirizzi, criteri, modalità attuative e riferimenti normativi da adottare nella pianificazione locale; la seconda, "Norme generali", definisce natura, finalità ed obiettivi, modalità e strumenti di attuazione, indirizzi generali per le politiche settoriali, norme generali per categorie di beni ambientali, paesistici, culturali ed architettonici.

Vincoli paesistici ed ambientali

L’insieme delle normative e delle prescrizioni che derivano dalle leggi nazionali e regionali sopra citate e che hanno effetti sulla pianificazione provinciale, chiamato "sistema dei vincoli paesistici ed ambientali", viene analizzato nell’allegato 1, per ogni categoria di vincolo, e rappresentato nella tavola 6 alla scala di 1:50.000.
Le categorie di vincolo riportate contribuiscono in diversa misura a comporre o rappresentare il paesaggio provinciale e, soprattutto, entrano, con diversa importanza, nelle categorie normative del piano territoriale provinciale o nei progetti di intervento di interesse e competenza della provincia.
  • Tra i vincoli derivanti da decreti ex L.1497/39 alcuni riguardano porzioni limitate di territorio legate alla presenza di edifici di pregio, quali alcune ville del Verbano o del Cusio, la rocca di Arona, i sacri Monti di Arona e Orta, i centri storici di Novara, Arona e l’isola di San Giulio. La tutela è quindi di tipo puntuale e non necessariamente richiede ulteriori prescrizioni da parte del piano provinciale, in qualche caso inoltre i vincoli coincidono con aree già protette ed integrate in ambito di Riserva o di Parco Regionale.
    Altri, di dimensione maggiore, riguardano intere fasce territoriali come le "sponde" dei due maggiori laghi (per altro trattate anche dal vincolo ex L.431/85) o l’area del Parco della Battaglia a sud di Novara. Queste aree fanno parte di più vasti ambiti di paesaggio considerati anche dal PTR come aree di elevato interesse paesistico e ambientale da sottoporre a specifica pianificazione paesistica.
  • Tra i vincoli derivanti dalla L.431/85, i parchi e le riserve (nonché le zone umide) regionali istituiti, cui si aggiungono i biotopi individuati a livello regionale, sono soggetti a strumenti di pianificazione già definiti dalla LR.20/89, rivolti alla tutela paesistica ed ambientale di siti di grande interesse e si confrontano con la pianificazione provinciale soprattutto nell’ambito del grande tema della fruizione sociale e delle attrezzature per il tempo libero.
    Assieme alle aree boscate, alle zone coperte da usi civici, ai corsi d’acqua (cui andranno aggiunti i principali canali irrigui) costituiscono inoltre gli elementi di naturalità portanti della struttura ecologica dell’intero territorio provinciale.
  • Le fasce di pertinenza fluviale ai sensi di Piano di Bacino, ancorché costituiscano vincoli di carattere idrogeologico (trattati quindi nel capitolo 2.4), interessano la pianificazione provinciale soprattutto come elementi di maggiore definizione degli ambiti di pertinenza dei principali fiumi (Ticino, Sesia, Agogna e Terdoppio) rispetto alla delimitazione geometrica contenuta nella L.431/85. Entro tali ambiti possono essere meglio collocati gli interventi legati alla riqualificazione paesistica ed ambientale di larghe parti del territorio provinciale.
  • Di grande interesse per la tutela del paesaggio sono invece le "aree ad elevata qualità paesistico ambientale" definite dall’art.12 del PTR come "fasce ed insiemi geomorfologici di rilevante significato naturalistico e storico-culturale" e cartografate nella tavola 1 del PTR stesso con retinatura a tratto obliquo senza ben definiti perimetri.
    Poiché si tratta di porzioni importanti del paesaggio provinciale è evidentemente opportuna la partecipazione della stessa Provincia non solo alla definizione territoriale degli ambiti interessati da pianificazione paesistica di competenza regionale ma anche alla definizione dei contenuti stessi dei piani, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti di gestione delle tutele e degli interventi di fruizione.
    Per quanto riguarda le aree da sottoporre a pianificazione territoriale e paesistica di competenza provinciale, esse costituiscono fin d’ora materia specifica del piano territoriale provinciale.
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2.6.2. Il paesaggio nella provincia di Novara
Analisi del paesaggio

L’importanza crescente dei temi legati al paesaggio, sia sotto il profilo disciplinare, sia come "ingrediente" indispensabile della qualità degli insediamenti, sia come elemento determinante nella valutazione di impatto ambientale delle grandi opere, comporta l’estensione delle analisi non solo alle aree a vario titolo preordinate alla tutela, per le loro già riconosciute qualità, ma all’intero territorio provinciale in modo da garantire, per ogni luogo, le condizioni della partecipazione alla conservazione o alla ricostruzione dell’ambito paesistico cui esso appartiene.
La metodologia adottata per redigere i documenti di analisi paesistica si articola in successivi passaggi, condotti in costante riferimento ai risultati delle parallele ricerche in corso per la redazione del Piano. Quelle relative all’assetto storico-culturale ed alla difesa del suolo, sono immediatamente riconoscibili come parti sostanziali ed integranti la stessa analisi paesistica di seguito illustrata, ma anche le ricerche sui caratteri, sulle dinamiche e sulle tendenze dell’assetto insediativo, economico, sociale e delle reti di mobilità, hanno contribuito in larga misura allo sviluppo ed al completamento del lavoro sul paesaggio.
L’analisi del paesaggio, nelle sue fondamentali componenti naturali e storico-culturali, si completa con una specifica indagine sulle condizioni generali dell’ecomosaico provinciale, considerato come segnale indiscutibile della situazione complessiva degli ecosistemi presenti nel territorio, delle loro relazioni, delle condizioni di equilibrio e dei processi che ne possono determinare l’evoluzione.
I principali passaggi metodologici che hanno contraddistinto la fase di analisi sono:
  1. Individuazione dei singoli elementi costitutivi del paesaggio (fattori di caratterizzazione,) che concorrono, in diversa misura e composizione, alla identificazione di differenti unità omogenee di paesaggio;
  2. Prima ricognizione, in base ai diversi sistemi analizzati (fisico-naturale, storico-culturale, agrario, insediativo, infrastrutturale), dei caratteri e dello stato dell’ecomosaico che, espresso anche in forma semplificata, facendo riferimento alla presenza quantitativa e qualitativa di unità ecosistemiche e alle loro interazioni, permette di esprimere in modo efficace le condizioni generali dell’ambiente e del paesaggio, evidenziando in particolare i rapporti e gli equilibri (o squilibri) tra le diverse componenti.
  3. Definizione e descrizione delle diverse unità di paesaggio che qualificano il territorio provinciale, attraverso la individuazione dei caratteri generali e specifici di ogni singola unità, tenendo conto dello stato delle aree di maggiore interesse paesaggistico sotto il profilo delle tutele già avviate (parchi regionali, definizione di aree meritevoli di pianificazione paesistica) o da avviare (segnalazione di aree meritevoli di protezione).

Fattori di caratterizzazione
I diversi elementi caratterizzanti il paesaggio sono stati organizzati in grandi categorie, sia per facilitarne la lettura, sia per meglio caratterizzarne le condizioni di rischio e di tutela. Essi sono rappresentati , per categoria, nelle tavolette allegate e nel loro insieme, nella tavola 7, in scala 1:50.000.

  • Aree di naturalità: in questa categoria vengono selezionati tutti gli elementi, areali, lineari o puntuali che qualificano e definiscono la componente naturale del paesaggio, quali:
    - il sistema dei segni e degli elementi geomorfologici caratterizzanti, capaci cioè di definire, struttura e forma del passaggio nei diversi ambiti e, in prima battuta, condizionanti la percezione dell’assetto paesistico ambientale (dorsali, cime, scarpate dei terrazzi, limiti delle formazioni rocciose, dossi morenici, ecc.), trattati sotto l’aspetto geoambientale e delle specifiche tutele nel capitolo sulla difesa del suolo;
    - il sistema delle acque: corsi d’acqua naturali superficiali principali (con relativi bacini idrografici) e secondari, bacini lacustri, risorgive;
    - sistema della vegetazione naturale e seminaturale : aree boscate di pregio e/o di grande estensione, aree a prevalente vegetazione arbustiva ed erbacea (baragge, brughiere, ecc.), formazioni ed elementi vegetali minori (macchie, siepi e filari, alberi isolati, ecc.);
    - il sistema delle aree di elevato valore naturalistico, già oggetto di tutela: riserve naturali istituite o definite dai piani d’area dei parchi naturali (Ticino) e biotopi.
  • Paesaggio agrario: in questa categoria vengono selezionati tutti i fattori e gli elementi, areali, lineari o puntuali che caratterizzano, sotto il profilo paesistico, gli spazi aperti, da sempre correlati e condizionati dalla struttura agraria, (agroecosistema):
    - il sistema delle acque per l’agricoltura: i grandi canali, la rete irrigua minore, i fontanili;
    - gli areali di diffusione delle principali colture agrarie, con particolare riferimento a quelle di pregio e/o a quelle colture capaci di caratterizzare e condizionare l’assetto paesistico del territorio (risicoltura, viticoltura, prato-pascolo, ecc.);
    - la capacità delle aziende agricole, per dimensione o specializzazione, di conservare il paesaggio o di intervenire attivamente nella sua riqualificazione.
  • Paesaggio della storia: selezione ed analisi dei beni urbanistici, architettonici ed archeologici che qualificano e definiscono le principali componenti dell’assetto storico-culturale del territorio (tra quelli analizzati dettagliatamente nello specifico capitolo), considerati per le loro capacità di influire sulla comprensione e la percezione dei diversi ambiti paesistici:
    - emergenze storico-architettoniche: singoli elementi di eccezionale notorietà e rilevanza;
    - edifici o complessi che costituiscono riferimento territoriale, per posizione, capacità di definire linee d’orizzonte, evidenza, ecc;
    - beni di caratterizzazione di particolari unità di paesaggio, significativi per la riconoscibilità dei temi costituenti la definizione dei singoli ambiti;
    - centri storici e nuclei rurali, rapportati alla morfologia e/o alle altre condizioni e presenze fisico-naturali caratterizzanti i luoghi;
    - tracciati storici, ancora percepibili, che hanno caratterizzato la diffusione degli insediamenti.
  • Fruizione del paesaggio: individuazione, selezione ed analisi degli elementi che qualificano e definiscono le principali modalità di fruizione del territorio:
    - itinerari di interesse paesistico ed ambientale, con particolare riferimento ai percorsi individuati dalla stessa Provincia di Novara nella stesura del Piano Provinciale delle piste ciclabili, attualmente in fase di adozione;
    - principali punti di accesso e percorsi di interesse interni ai parchi;
    - principali aree destinate ad attrezzature di fruizione dai Piani d’area dei parchi;
    - aree individuate, all’interno dei parchi, come aree di interesse storico o paesistico.

Caratteri principali dell’ecomosaico
La semplice conservazione degli elementi o fattori di caratterizzazione sopra descritti non costituisce di per sé una garanzia rispetto alla conservazione/valorizzazione del paesaggio: diventa necessaria, a questo scopo, la percezione degli aspetti di relazione, soprattutto dinamici, tra i diversi elementi, aspetti capaci non solo di qualificare un determinato ambito territoriale ma anche di mettere in evidenza gli elementi di connessione (positivi e negativi) tra diversi ambiti.
Questa operazione è possibile facendo ricorso a quella che comunemente si chiama "ecologia del paesaggio" che fornisce una chiave di lettura "per matrici" capace di costituire riferimenti circa la genesi e le interrelazioni tra i diversi fenomeni paesistici.
"Si intendono per matrici paesistiche i processi generatori del paesaggio, cioè quelle sequenze di eventi che, con diversa dinamica ed efficacia, creano il paesaggio stesso, generando le sue mutazioni e l’avvicendarsi dei suoi assetti".(V. Romani- Il paesaggio. Teoria e pianificazione. 1986)
L’ecomosaico , ovvero la combinazione spaziale e funzionale di unità ecosistemiche a differente matrice, definisce ulteriormente i caratteri del paesaggio di un determinato ambito territoriale ed è in grado di evidenziare i processi che, nel tempo, possono consolidarli o indebolirli fino al potenziamento dei caratteri attuali o alla costruzione di un paesaggio del tutto differente.
La tavoletta allegata costituisce una prima sintesi della lettura per matrici del territorio novarese, lettura che viene articolata e descritta nei singoli ambiti (allegato 2) e che tende a sottolineare l’importanza, nel piano provinciale, della predisposizione degli elementi, delle azioni e dei progetti finalizzati alla realizzazione di una "rete ecologica" che, attraversando l’intero territorio, colleghi tra loro ambiti protetti, aree di conservazione e/o ricostruzione del paesaggio, aree anche a diversa caratterizzazione, e rafforzi la componente naturale e paesistica degli ambiti urbani.

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2.6.3. Ambiti di paesaggio
I sistemi, costituenti fattori di caratterizzazione e le loro relazioni, si combinano con diverso peso nella definizione dei differenti ambiti di paesaggio all’interno del territorio provinciale: la prevalenza del sistema geomorfologico e delle aree boscate nei territori di montagna e di collina (matrice naturale), l’importanza del sistema delle acque e delle colture (matrice antropico-fisica) per la pianura, la permanenza di legami storici nella forma e nella disposizione degli insediamenti (matrici antropico-culturali), la tendenza dei sistemi insediativi a formare conurbazioni lungo precisi assi di collegamento, contribuiscono a definire ambiti unitari di paesaggio.
I compiti di coordinamento e di definizione delle normative di tutela del piano provinciale sono resi evidenti dal fatto che i territori comunali spesso sono partecipi di diversi ambiti di paesaggio e che, per contro, alcuni beni assumono il ruolo di elementi di segnalazione del passaggio da un ambito paesistico ad un altro (per esempio il castello posto su un terrazzo concorre anche a caratterizzare il passaggio alla pianura sulla quale si colloca il centro abitato cui è storicamente e funzionalmente legato).

Gli ambiti di paesaggio risultanti dalla lettura dei singoli elementi e degli ecosistemi sono ampiamente descritti e documentati nell’allegato 2, attraverso:

    - i principali caratteri del sistema fisico-naturale,
    - i principali caratteri della struttura e del paesaggio agrario,
    - i caratteri del sistema storico-culturale e dei sistemi urbani,
    - i principali caratteri dell’ecomosaico,
    - la presenza di aree protette istituite ed eventuali indirizzi derivanti dalla pianificazione sovraordinata,
    - i caratteri della fruizione;

qui di seguito essi vengono brevemente illustrati attraverso gli aspetti di maggiore rilevanza.

    1. Terrazzo di Novara-Vespolate: l'ambito comprende il terrazzo fluvioglaciale antico a sud di Novara, caratterizzato dalla presenza di superfici ondulate segnate dalle colture agrarie solo in parte asciutte, con coste e rive che lo distinguono dalla circostante piana alluvionale, con la quale invece si confonde per la prevalente presenza di risicoltura che ne ha spesso alterato l'assetto morfologico naturale. Il limite settentrionale del terrazzo coincide con il centro storico di Novara, oggi delimitato dai "baluardi" che ancora consentono la lettura della originaria morfologia naturale.
    Il terrazzo è attraversato al centro da un corso d’acqua naturale, l’Arbogna, con sorgente ubicata nel centro urbano di Novara ed andamento nord/sud. La componente naturale, al di là del sistema delle acque, è decisamente subordinata e praticamente eliminata dalla struttura agraria, che, forte di aziende di grande dimensione e fortemente specializzate (riso e allevamenti) costituisce l’ecosistema prevalente degli spazi aperti.
    Al di là del centro urbano di Novara il sistema dei beni diffusi è caratterizzato dalle grandi strutture a corte delle cascine e dei nuclei rurali, con elementi fortificati, o resti di fortificazioni trasformati in ville sui bordi del terrazzo.
    La porzione a ridosso di Novara, Parco della Battaglia, è tutelata da un vincolo paesistico ai sensi della L.1497/39, ma sia il PTR Ovest Ticino, sia il Comitato provinciale Aree Protette segnalano la necessità dell’estensione della tutela a tutto il terrazzo fino al nucleo di Vespolate.

    2. Pianura Novarese: esteso ambito di pianura irrigua, che comprende la pianura aperta intorno al capoluogo, attraversata dai torrenti Agogna e Terdoppio, delimitato ad est dalla pianura dell'ovest Ticino e dai suoi centri urbani, ad ovest dalla piana della Sesia.
    La pianura a nord di Novara, ai margini dei terrazzi antichi, presenta in corrispondenza dello sbocco in pianura dei due principali corsi d'acqua una notevole concentrazione di fontanili segnalati dalla residua e solitaria presenza della vegetazione alle teste, in un paesaggio totalmente dominato dalla monocoltura del riso che giunge a ridosso dei nuclei e centri abitati e all’immediato intorno delle grandi cascine a corte.
    L’intervento della Regione nella istituzione della Riserva naturale di Casalbeltrame e di una sua larga area di salvaguardia, su un’area risicola abbandonata, è da considerarsi un primo tentativo di collegare, con una rete di interventi, le aree di interesse naturalistico della Sesia e del Ticino, attualmente separate dalla grande "laguna" artificiale delle risaie. Ad Agognate si segnala la presenza di un importante relitto di bosco planiziale ripariale che ben rappresenta la vegetazione potenziale dell'ambito ed i tipi forestali di riferimento. Scarsa la dotazione di formazioni ed elementi vegetali minori, con presenza in aree marginali e lungo la rete irrigua minore di qualche rara macchia boscata, di formazioni lineari e di elementi vegetali isolati, sempre regolati e piegati alle esigenze produttive.
    Il sistema insediativo risente fortemente della presenza di Novara, il cui ruolo polarizzatore ha limitato lo sviluppo dei centri urbani, tutti storicamente e funzionalmente legati alla città. Questi centri storici svolgono, assieme alle cascine e ai nuclei rurali, un fondamentale ruolo di strutturazione del territorio extraurbano; sono disposti lungo alcune importanti direttrici viarie storiche o lungo direttrici secondarie in rapporto alle aree di produzione agricola.
    I sistemi di beni caratterizzanti l'area sono riconducibili ai grandi insediamenti rurali, alle cascine a corte, agli edifici fortificati, rocche sforzesche, castelli trasformati in residenza e resti di fortificazioni medievali, agli edifici religiosi di epoca romanica, diffusamente presenti anche con esempi di elevato valore storico-artistico e con cicli di affreschi ed infine alle opere storico industriali, concentrate in particolare ad est e nord est di Novara.
    Il PTR Ovest Ticino definisce di notevole interesse, per quanto concerne il paesaggio agrario, l’area immediatamente ad est del centro urbano di Novara.

    3. La Sesia: l’ambito paesistico della Sesia coincide sostanzialmente con il letto di massima piena del fiume, così come individuato dal Piano Stralcio delle Fasce fluviali: il fiume infatti, nella porzione novarese, non è caratterizzato da sponde o terrazzi percepibili. Peculiare della Sesia è il regime delle acque, a carattere fortemente torrentizio, determinato da fattori climatici e pluviometrici, dalle dimensioni del bacino idrografico e dall'assenza di bacini di accumulo a monte, con ciclici eventi di piena eccezionali, e conseguente formazione di un letto fluviale ampio, caratterizzato da rami laterali periodicamente ricaricati o anche abbandonati e dagli isoloni centrali, oggi limitati dall'azione di prelievo degli inerti. L'ambito presenta aree di grande pregio ambientale e naturalistico, ed è caratterizzato da formazioni forestali igrofile e mesoigrofile, condizionate dalla elevata e secolare azione antropica legata all’utilizzo agricolo dei suoli, e fortemente condizionato nella zona meridionale dalla diffusione della monocoltura del riso e più a monte dalla presenza di pioppeti.
    I beni culturali presenti sono limitati ad opere di ingegneria legate allo sfruttamento del fiume per la costruzione di canali irrigui, alcuni di antica origine (rogge Busca, Mora, Biraga).
    La tutela dell’ambito attualmente è frazionata in poche zone protette: il Biotopo del Bosco dei Preti ed una piccola porzione del Parco Naturale Regionale delle Lame del Sesia. Il PTR attribuisce alla regione la formazione del piano paesistico dell’ambito fluviale; è importante qui sottolineare come il fiume sia comunque da considerarsi come elemento fondamentale per la realizzazione della rete ecologica provinciale.

    4-5. Bassa e alta pianura della Sesia: costituiscono ambiti storicamente omogenei e caratterizzati dalla presenza di edifici e manufatti di epoca medievale di grande rilevanza, dai "ricetti" agli edifici religiosi romanici, ai resti di strutture fortificate.
    La bassa pianura della Sesia non presenta elementi evidenti, sotto il profilo morfologico, di separazione dalla pianura novarese, sono piuttosto i caratteri storici degli insediamenti a farne una unità ben definita assieme ad una differente struttura dei suoli. La dominante paesistica, fortemente limitante sulla varietà dell’ecosistema, resta comunque la coltivazione estensiva del riso spinta fino in prossimità del fiume.
    La piana è caratterizzata da una rete irrigua diffusa, con consistente presenza di fontanili lungo i quali sono presenti gli unici elementi di vegetazione arborea riconoscibili nell’area.
    Il sistema insediativo risente della collocazione in prossimità della Sesia, caratterizzato e articolato sul percorso medievale della strada detta "Biandrina'" verso la Valsesia, con i principali centri disposti lungo questa importante direttrice o su direttrici secondarie a questa collegate. Si segnala la presenza di un bene altamente significativo e strutturante il territorio regionale, il complesso abbaziale fortificato di S.Nazzaro Sesia con la chiesa romanica dei S.S.Nazzaro e Celso ed il chiostro, la cui importanza è tale da poterne proporre l'inserimento nell'elenco di cui all'art. 17 del P.T.R., incluso nella categoria delle grandi opere religiose.
    Beni caratterizzanti l’ambito paesistico, oltre ai ricetti e ai borghi-franchi, sono le grandi cascine ed alcuni edifici fortificati.
    L’alta pianura, morfologicamente delimitata a nord dal massiccio del Fenera, ad ovest dal fiume e ad est dal terrazzo fluvioglaciale di Proh-Romagnano, è strutturata, sotto il profilo insediativo dal tracciato dei percorsi antichi diretti verso la Valsesia, con i centri storici allineati al piede del terrazzo.
    Il sistema agrario dell’alta pianura, che costituisce ecosistema dominante, è relativamente debole, rispetto al sistema urbano, articolato su aziende di dimensione medio-piccola con cereali e colture foraggere e pioppeti, poggiate sulla rete dei canali e delle rogge, mentre la più pregiata coltivazione delle uve da vino (area DOC) si trova in prevalenza sul terrazzo.
    L’ambito presenta boschi con predominanza di robinia in formazioni lineari in aree marginali o in coltivi abbandonati e sufficiente dotazione di elementi vegetali minori, anche di interesse storico documentario, legati ad attività agricole in via di abbandono (gelsi, salici, alno, grandi alberi da frutto).

    6. Valle fluviale del Ticino: l’intero ambito è compreso nel perimetro del Parco Naturale Regionale della Valle del Ticino, dotato di Piano d’area approvato. La matrice naturale è prevalente al punto che l’intero parco è considerato biotopo. La valle fluviale è ben delineata dai terrazzi che, nella parte settentrionale assumono l’aspetto di coste scoscese. Il sistema dei boschi è tutelato e governato dal Piano di assestamento forestale del Parco.
    I caratteri storici dell’area sono legati prevalentemente alle opere di presa dei navigli di epoca viscontea, delle rogge molinare che alimentavano i numerosi molini ancora presenti, ai salti d’acqua con centrali elettriche. La fruizione del paesaggio è essenzialmente affidata ad una rete di percorsi nel parco, che collegano sia punti organizzati di accesso diretto al fiume sia aree specificamente destinate ad accogliere attrezzature.

    7. Piana dell’Ovest Ticino: questo ambito di pianura, pur comprendendo a sud di Cameri zone oggi interessate dalle colture irrigue tipiche della piana novarese, si caratterizza per l'approssimarsi dell'incisione fluviale, cui consegue una differente natura dei suoli, che risente dell'azione drenante del grande corso d'acqua, con presenza storica di aree asciutte e baraggive oggi in gran parte trasformate, e di estese aree boscate collocate lungo i margini della valle fluviale. Caratterizzante è la presenza di una imponente rete irrigua principale e secondaria derivata dal Ticino, ma anche dal Terdoppio, così come l’assenza di fontanili causata dalla vicinanza del Ticino. Il paesaggio dominante è quello governato e condizionato da una struttura agraria forte, con aziende di grande dimensione e specializzazione; la componente urbana è legata sia alla vicinanza del capoluogo e alla sua rete viaria, sia alla ubicazione storica lungo la frontiera del Ticino che ha favorito la formazione di nuclei urbani compatti ed accentrati. La tipologia più diffusa e maggiormente caratterizzante l'area extraurbana è quella della grande cascina o nucleo rurale e della cascina a corte, che in questa zona testimonia della continuità storica degli insediamenti agricoli nel Novarese, materialmente rilevabili a partire dai romani (ampie tracce di centuriazione), e medievali in genere, sino ad arrivare alle cascine del XVIII-XIX secolo, espressione della coltura risicola specializzata. Sono da segnalare, per la loro incidenza sulla frammentazione del paesaggio agrario due aree. Quella relativa all’aeroporto militare di Cameri, molto vicina al terrazzo fluviale e separata da questo da ampie superfici boscate e soprattutto la grande area petrolchimica di San Martino di Trecate. L’intero territorio è compreso nell’ambito soggetto al Piano Territoriale Regionale Ovest Ticino, approvato, che ha valenza di piano paesistico e propone il recupero ed il rafforzamento delle aree boscate, nonché la progettazione paesistica coordinata da parte dei comuni di una fascia di salvaguardia esterna al perimetro del Parco della Valle del Ticino.

    8. Alta pianura dell’Agogna: l’ambito paesistico d’alta pianura coincide sostanzialmente con la piana alluvionale dell’Agogna, che costituisce elemento caratterizzante, compresa tra le scarpate dei terrazzi fluvioglaciali antichi sotto descritti. Il limite meridionale non è definito da elementi morfologici di rilievo ma coincide con l’inizio del sistema irriguo che caratterizza la pianura novarese. La componente naturale è limitata al fiume e alle scarse formazioni vegetali lineari sulle sue rive. La componente agraria è relativamente debole sotto il profilo paesistico, con aziende di media grandezza e prevalente monocoltura a mais; interessanti ecotopi caratterizzanti l'ambito paesistico sono quelli costituitisi intorno ai fontanili, ambienti creati e gestiti dall'uomo sufficientemente stabili per l'insediamento di flora e fauna, grazie alle particolari condizioni ambientali, termiche e chimico-fisiche delle acque.
    La componente urbana è prevalente lungo la rete viaria storica tra Novara ed il Cusio, con gli effetti conurbativi delle espansioni di Borgomanero verso Gozzano/San Maurizio d’Opaglio e verso Fontaneto d’Agogna.
    I sistemi di beni storici caratterizzanti sono riconducibili agli edifici rurali spesso di origine monastica (Badia di Dulzago, cascina Monastero), mentre la presenza di edifici fortificati sui terrazzi meglio sottolinea il passaggio tra ambiti paesistici di diversa connotazione. Le aree ripariali lungo il torrente Agogna, già oggetto di uno studio condotto dall'amministrazione provinciale, sono dal PTR considerate di competenza regionale, ma sono soprattutto interessanti per il piano provinciale, in quanto costituiscono uno dei principali e potenziali corridoi ecologici dell’intera rete provinciale.

    9. Terrazzo di Oleggio-Cavagliano-Suno: l’ambito paesistico d’alta pianura è costituito dal terrazzo antico che separa l'alta pianura dell'ovest Ticino dalla piana dell'Agogna, delimitato a nord dal sistema morenico del basso Verbano, a sud dalla pianura novarese. E’ caratterizzato da superfici ondulate variamente erose dai numerosi corsi d’acqua, tra i quali i più importanti, sotto il profilo paesistico sono il Terdoppio e la Meja.
    Lungo questi corsi d’acqua e lungo la costa orientale sono presenti boschi e formazioni lineari che, assieme alle aree baraggive, caratterizzate da vegetazione erbacea ed arbustiva, costituiscono rilevanti aree di naturalità.
    Il sistema insediativo, prevalentemente collocato ai margini del terrazzo, lungo tracciati storici, sul lato orientale tende a formare, anche per aggregazione di nuclei rurali, conurbazioni consistenti che si spingono sulle aree pianeggianti dell’ovest Ticino. I sistemi di beni caratterizzanti l'area sono riconducibili ai numerosi resti di fortificazioni di origine altomedievale, agli edifici storico-industriali, testimonianze dello sviluppo economico dei secoli XIX-XX concentrati ad Oleggio e dintorni, ed agli edifici religiosi di epoca romanica, presenti anche con esempi di elevato valore storico-artistico .
    La struttura agraria è poco condizionante per le scarse dimensioni aziendali e per l’alternanza delle coltivazioni a prato e seminativi. Il PTR riprende la delimitazione proposta dal Piano dell’Ovest Ticino di "area di elevata qualità paesistico ambientale" da sottoporre a pianificazione paesistica di competenza provinciale.

    10. Terrazzo di Proh-Romagnano: l'ambito paesistico d’alta pianura è costituito dal terrazzo antico che separa l'alta pianura dell'Agogna da quella della Sesia, attraversato da alcuni torrenti, tra cui lo Strona di Boca; a sud è delimitato dagli ultimi rilievi di Briona e Proh, che preludono alla pianura aperta, a nord e nord ovest dai contrafforti del Monte Fenera e dall'anfiteatro morenico del Cusio. La caratteristica principale dell’ambito è l’assenza di centri abitati all’interno del terrazzo che quindi è definito paesisticamente dalle componenti naturali e da quelle agrarie con la coltura della vite. I centri sono collocati lungo tutto il margine, a nord come elementi di transizione tra il paesaggio collinare del terrazzo antico e quello montano del Fenera, ad est, sud ed ovest i centri sono di fatto appoggiati alla scarpata, avendo, nel corso della storia, posizionato le aree fortificate sul terrazzo e lo sviluppo urbano antico e recente sull’alta pianura. Da rilevare la presenza di estese aree baraggive, considerati biotopi, collocate soprattutto nelle aree centrali e settentrionali, oggi solo in parte ricadenti entro i confini del Parco Naturale delle Baragge.

    11. Terrazzi morenici del basso Verbano: l'ambito paesistico collinare occupa la parte meridionale dell'anfiteatro morenico del Verbano a contatto con il terrazzo più antico di Oleggio-Cavagliano-Suno: è definito a nord ovest dall'alta pianura dell'Agogna e da un tratto della sua valle, ad est dalla valle del torrente Vevera e del torrente Nore e dalla costa di Castelletto Ticino. La delimitazione meridionale, ove avviene l'incontro ed il passaggio fra i terrazzi antichi e le morene, comprende aree geologicamente affini ai primi, differenziate per caratteristiche morfologiche (inizio dei "motti") e capacità d'uso dei suoli.
    La componente naturale è sottolineata dalla presenza di estese aree boscate, con boschi di latifoglie, boschi misti e rimboschimenti affermati, di buona consistenza e continuità e di elementi vegetali minori che concorrono a caratterizzare l’ambito paesistico malgrado la crescente urbanizzazione ed infrastrutturazione del territorio. La componente agraria è presente in buona combinazione con quella naturale per la presenza di prati e di seminativi alternati a boschi. I vigneti sono di impianto più recente rispetto alle aree DOC classiche, si diffondono anche i frutteti.
    Il sistema insediativo, condizionato della morfologia dei siti e dalla rete viaria antica ed altomedievale, è ancora oggi strutturato sui percorsi nord-sud da Novara verso il Verbano e soprattutto est-ovest dalla piana di Borgomanero verso gli importanti attraversamenti del Ticino; ciò ha favorito la formazione di nuclei abitati sorti in adiacenza a luoghi fortificati, a volte in posizione strategica e di controllo delle vie di comunicazione.
    Non si rileva la presenza forte di un sistema di beni che caratterizzi specificamente la sub-area, ad eccezione degli edifici religiosi di epoca romanica, diffusamente presenti anche con esempi di elevato valore storico-artistico.
    Alcune aree di pregio ambientale sono state oggetto di segnalazione da parte del Comitato provinciale Aree Protette: Alta valle della Meja, Bosco Solivo, Bosco della Bindillina, motto Pugno (Varallo Pombia).

    12. Anfiteatro morenico del Verbano: paesaggio lacustre, caratterizzato dalla doppia serie di insediamenti, la prima lungo l’antica via costiera del lago Maggiore, sul quale affacciano i più importanti insediamenti rivieraschi di Arona, Lesa, Meina, la seconda, ai piedi delle formazioni rocciose del Mottarone, costituita dagli insediamenti del Vergante. In questo ambito la componente antropica tende a prevalere su quella naturale, pur rappresentata, sotto il profilo morfologico dai dossi morenici, dal grande bacino lacustre e dalla presenza di aree boscate diffuse lungo i pendii. La presenza di grandi parchi delle ville ottocentesche contribuisce a mantenere un equilibrio tra componente antropica e naturale assai delicato, sottolineato dalla presenza del parco naturale dei Lagoni di Mercurago (torbiere) e della riserva di Dormelletto (canneti lacustri).
    La componente agricola, rappresentata da aziende frammentate ed in genere di piccola dimensione, tende ad abbandonare la tradizionale coltivazione di seminativi alternati al pascolo, per orientarsi sempre più verso una produzione industriale di piante ornamentali (acidofile) legate al particolare micro-clima generato dal lago.
    I sistemi di beni caratterizzanti l'area sono riconducibili agli edifici residenziali, quali le ville ottocentesche ed i palazzi/ville settecenteschi, nonchè ai resti di imponenti strutture fortificate (Rocca di Arona, Castellaccio di Lesa, Massino Visconti, Invorio, ecc.).
    Il lago Maggiore, assieme al lago d’Orta, fa parte del "sistema dei principali laghi" per il quale il PTR rinvia la definizione della natura del piano d’approfondimento e dei relativi ambiti territoriali.

    13. Anfiteatro morenico del Cusio: paesaggio lacustre e montano, geologicamente caratterizzato dai depositi morenici che hanno costituito lo sbarramento verso sud del bacino lacustre e dalle rocce, che, nella porzione settentrionale, giungono fino ai bordi del lago.
    Nell'ambito sono presenti diffuse aree boscate, localizzate soprattutto in corrispondenza dei versanti alpini e morenici, con castagneti e boschi di latifoglie di buona consistenza, che, unitamente alle macchie ed agli altri elementi vegetali minori, concorrono a caratterizzare un ambito paesistico in discreto equilibrio tra componente naturale ed antropica.
    Da rilevare, infatti, come una significativa caratterizzazione dell'ambito provenga dalla vegetazione dei grandi parchi e giardini delle ville realizzate sia sulla costa sia in posizioni elevate, con presenza di specie alloctone a volte naturalizzatesi e spontaneamente insediatesi nell'area.
    Assieme alla forte componente naturale l’ambito paesistico è caratterizzato da una importante presenza di centri storici anticamente sede di Pieve (Orta san Giulio e Gozzano), di nuclei sei-settecenteschi con la tipica casa a loggiato, e di complessi di elevato valore storico ed artistico, legati anche alla presenza di una antica ed importante via di comunicazione verso i valichi alpini: dalle basiliche romaniche di San Giulio d’Orta e di San Lorenzo a Gozzano agli interventi barocchi rappresentati da chiese, santuari, sacri monti e vie crucis, dai palazzi settecenteschi (Miasino) alle grandi ville con parco otto-novecentesche. L’equilibrio storicamente installatosi tra componente naturale ed antropica rischia di indebolirsi sotto la spinta dell’afflusso turistico, e soprattutto per la tendenza al formarsi di conurbazioni tra i comuni di San Maurizio d’Opaglio e Gozzano.
    Sono presenti riserve Regionali (Sacro monte di Orta, Torre di Buccione, Monte Mesma); l’ambito è considerato dal PTR come area da sottoporre a piano paesistico di competenza regionale (ex Galassino).

    14. Pendici del Mottarone: paesaggio montano, compreso tra i due laghi d’Orta e Maggiore, caratterizzato dagli aspetti (matrici) naturali prevalenti, rappresentati sia dalle componenti geomorfologiche, quali vette, crinali, pareti rocciose, valli dell’Agogna e dei suoi principali affluenti, sia dalle componenti vegetazionali, in gran parte seminaturali, costituite da boschi di castagneti, di latifoglie varie e da rimboschimenti di conifere.
    Il sistema insediativo storico è caratterizzato da nuclei ed alpeggi con caratteri rurali prevalenti, collegati da percorsi montani di grande interesse per la fruizione, legati alla conduzione agricola di prati e pascoli e allo sfruttamento (anche attraverso gli usi civici) dei boschi. Costituiscono elementi di riferimento territoriale alcuni santuari (Madonna della Bocciola, Madonna di Luciago, San Salvatore) posti in posizioni elevate.
    L’ambito paesistico è parzialmente compreso in un "area di elevata qualità paesistico ambientale" definita dal PTR di competenza regionale: la salvaguardia dell’ambiente, da promuoversi anche attraverso l’azione della comunità montana, è direttamente legata alla buona conservazione dei boschi e a progetti e programmi di fruizione che non alterino i rapporti di equilibrio tra componente naturale ed antropica, favorendo quindi le forme dell’agriturismo e dell’escursionismo già in parte presenti.

    15. Pendici del Fenera: paesaggio montano, isolato rispetto al sistema prealpino, caratterizzato da superfici generalmente in forte pendenza, con le caratteristiche pareti bianco-calcaree e forma arrotondata della cima (le grotte, famose per i ritrovamenti di epoca preistorica, si trovano, così come la vetta del monte, nella parte vercellese del territorio del Fenera). La matrice naturale è confermata dalla presenza di ampie superfici boscate, di numerosi corsi d’acqua a carattere fortemente torrentizio e dalla scarsa presenza di alpeggi. In territorio Novarese i nuclei abitati si trovano alle quote più basse, spesso al contatto tra l’area montana ed i terrazzamenti antichi dell’alta pianura. Il santuario di Boca, posto su una delle poche strade che attraversa da est ad ovest l’ambito paesistico, è fra elementi storici di riferimento più noti della zona.
    L’ambito paesistico è parzialmente compreso nel Parco Naturale del Monte Fenera e, per la parte novarese, ne costituisce area di salvaguardia. La porzione nord orientale, che comprende la valle del Sizzone è considerata dal PTR, area di elevata qualità paesistico ambientale, di competenza regionale, il che fa supporre una possibile estensione della tutela rappresentata dal Parco e dalle sue aree di salvaguardia o di pre-parco.
    L'area è integralmente da considerare di elevato valore e con notevoli potenzialità sotto il profilo naturalistico ed ambientale; rappresenta uno dei principali capisaldi della rete ecologica provinciale e, data l'estensione, rappresenta un'area di riserva e ricarica ambientale fondamentale cui raccordarsi per realizzare una efficiente rete ecologica a scala regionale, di connessione fra l'arco alpino a nord e la pianura a sud, attraverso le aste fluviali della Sesia e del Sizzone ed il terrazzo di Proh-Romagnano.

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