Punti di forza (Strenght) |
Punti di debolezza (Weakness) |
La provincia di Novara è una "regione cerniera", collocata in una posizione geografica privilegiata, sia rispetto agli assi Lione-Trieste-Est Europa e
Centro Europa-Sempione-Genova-Mediterraneo, sia rispetto alle
due principali aree metropolitane del nord Italia
Larea novarese è collocata in uno snodo infrastrutturale di eccezionale
rilievo. Il suo territorio è interessato da una forte rete autostradale
(A4, A26, A8), da una fitta rete su ferro e si affaccia sul nuovo
scalo di Malpensa 2000. |
Il necessario ammodernamento delle reti è in ritardo rispetto
ai processi in corso. Le infrastrutture dello sviluppo sono oggi
insufficienti di fronte alle nuove sfide competitive: la rete
stradale e autostradale è in alcuni tratti sottodimensionata rispetto
ai nuovi bisogni, larmatura ferroviaria è poco integrata. |
La situazione demografica è relativamente favorevole, soprattutto
rispetto alle altre provincie del Piemonte: la popolazione è giovane
e ancora in crescita.
I tassi di disoccupazione sono contenuti e non sono presenti violenti
conflitti sociali. |
La società locale mostra segni di conservatorismo e di inerzia, soprattutto rispetto alla capacità di produrre "innovazioni di sistema". |
E presente un forte network di attori economico-sociali, rappresentativi
di un tessuto ricco e articolato. La società locale è relativamente
coesa ed è presente una buona condivisione dei grandi obiettivi
strategici. |
E inadeguata la capacità di progettazione e di azione comune. E’ bassa la propensione all’azione "congiunta" per la realizzazione di investimenti che rafforzino il "capitale fisso sociale". |
Il ruolo degli enti locali è riconosciuto dai principali interlocutori
economici e sociali: frequenti iniziative di discussione e concertazione.
Attesa nei confronti del PTP.
Richieste di coordinamento. |
E’ difficile il rapporto con la Regione Piemonte, molto spesso ritenuta "Torino-centrica".
Manca una adeguata capacità di coordinamento e regia interistituzionale,
soprattutto tra la Provincia e i comuni.
Lazione della pubblica amministrazione non è sempre efficace
ed efficiente, soprattutto nei confronti delle domande poste dal
sistema delle imprese.
Ritardi nell'avvio di azioni di pianificazione e di governo. |
Il settore agricolo è forte e industrializzato, centrato su un
tessuto di imprese ben organizzate.
Grandi potenzialità anche nei settori vitivinicolo e del florovivaismo. |
La spinta industrializzazione e la mono-cultura risicola della
pianura hanno modificato il paesaggio e ridotto la qualità ambientale
delle aree urbane intercluse.
La coltura del riso si sta avviando verso un periodo di gravi
difficoltà di mercato. |
Non sufficiente attenzione alla trasformazione e alla commercializzazione
dei prodotti e agli orientamenti del mercato.
La tradizione imprenditoriale del novarese è antica: è forte una
cultura dintrapresa radicata localmente. |
La grande impresa "fordista" è in difficoltà (ridimensionamento del polo chimico novarese) o in fase di ristrutturazione (editoria, settore alimentare).
Alcune centrali direzionali e decisionali delle grandi imprese
si sono spostate altrove. |
Il tessuto delle PMI è ricco e diversificato sotto il profilo
settoriale e della dinamicità imprenditoriale.
Sono presenti due principali sistemi locali con caratteri distrettuali:
il distretto meccanico della rubinetteria e del valvolame tra
San Maurizio DOpaglio e Borgomanero e il distretto del tessile/abbigliamento
nellarea di Oleggio-Varallo Pombia con estensioni nella medio
bassa pianura.
Il tessuto delle PMI è fortemente export-oriented. |
Mancano aree industriali dotate di infrastrutture e servizi, adatte
alla localizzazione di nuove imprese.
La delimitazione istituzionale dei distretti non rispecchia la
loro realtà territoriale e organizzativa.
E stata finora assente una politica specifica per i distretti
industriali.
I vantaggi del distretto meccanico (rubinetteria tra Borgomanero
e basso Cusio) sono ancora troppo legati alla competitività dei
prezzi.
Alcune filiere produttive tradizionali (tessile e abbigliamento)
sono in difficoltà nel nuovo contesto competitivo.
I sistemi locali sono in sofferenza a causa della carenza dei
servizi territoriali per le imprese e dei bassi livelli di connessione
con le reti infrastrutturali superiori. |
Sono presenti e fortemente radicate sul territorio aziende di
credito che hanno avuto un ruolo storico nella promozione dello
sviluppo locale: la Banca Popolare di Novara e la Banca Popolare
di Intra. |
Laccesso al credito da parte delle PMI e alle imprese artigiane
è limitato. Sono forti i problemi di finanziamento per i progetti
imprenditoriali innovativi. |
Novara è con Vercelli e Alessandria sede del polo dellUniversità
del Piemonte Orientale. Sono localizzate a Novara facoltà altamente
qualificate. |
Lofferta formativa è scarsamente diversificata, soprattutto nei
corsi di laurea più legati alla struttura produttiva caratterizzante
il contesto novarese. Mancano in particolare offerte formative
nel segmento dei diplomi universitari. |
Novara è storicamente un importante polo della ricerca, dotato
di centri di eccellenza di grande tradizione (Ist. Donegani, Ist.
Metalli Leggeri). |
Le strutture e i poli tradizionali della ricerca sono stati ridimensionati: è in corso una "fuga di cervelli". |
Sono presenti imprese innovative in settori ad alta tecnologia
(chimica fine, materiali), nelle quali è impegnato capitale umano
altamente qualificato. |
E insufficiente lofferta di professionalità qualificate, sia
a livello operaio sia ai livelli superiori. Manca una politica
complessiva del capitale umano, dalla formazione professionale
alla formazione universitaria e post-universitaria. |
La provincia ha straordinarie risorse ambientali: i due laghi, il Mottarone, il Ticino, il Sesia, l’area collinare,... |
Il settore turistico è importante ma fragile, soprattutto perché
poco innovativo e legato a una struttura dimpresa tradizionale.
Manca una offerta adeguata nei servizi a sostegno e a complemento
del turismo ricreativo e nel segmento del turismo daffari. |
Novara è ormai un polo di livello regionale nel sistema dei servizi.
E forte e qualificata lofferta nel settore della distribuzione
grande e piccola.
Cresce la capacità del piccolo commercio di posizionarsi in segmenti
di qualità. |
La terziarizzazione che ha investito la provincia e soprattutto
il polo novarese ha riguardato innanzitutto i servizi meno qualificati:
è modesto il tessuto delle imprese di servizio ad alto valore
aggiunto. |
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Opportunità (Opportunities) |
Rischi (Threats) |
Effetti virtuosi della realizzazione dei grandi progetti infrastrutturali
previsti per il territorio novarese:
- sviluppo degli effetti indotti dalla realizzazione dello scalo
Malpensa 2000;
- sviluppo del settore della logistica e dellintermodalità (pieno
dispiegamento delle attività del CIM);
- progetto dellalta capacità e riassetto del sistema delle infrastrutture
sugli assi N/S ed E/O.
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Crescente concorrenzialità di altre aree rispetto alla localizzazione
di funzioni pregiate e di nuove imprese e alla capacità di appropriarsi
degli spillover dei grandi progetti infrastrutturali:
- larea milanese sul fonte dellalta direzionalità e del terziario
avanzato;
- Verona come grande polo logistico del Nord Italia;
- le provincie della Lombardia occidentale rispetto agli effetti
di Malpensa 2000;
- le provincie lombarde e il vercellese rispetto allofferta insediativa.
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Sviluppo del polo universitario e integrazione con il sistema
della ricerca e dellinnovazione. |
Impoverimento complessivo del capitale umano e progressiva "estroversione" della struttura economica della provincia (incapacità di trovare un profilo e crescente dipendenza da Milano). |
Presenza di strumenti di concertazione già operativi (tavolo di
concertazione) e programmati (Agenzia). |
Paralisi decisionale e "confrontation game" relativamente alle funzioni e all’operatività dell’Agenzia per lo Sviluppo. |
Disponibilità nazionali e europee di incentivo e di trasferimento
di know how per progetti di riqualificazione urbana e ambientale. |
Progressiva e ulteriore riduzione delle risorse e dei finanziamenti
diretti allo sviluppo locale da parte dellUE (con la ridefinizione
degli obiettivi territoriali nel nuovo Programma Quadro) e del
Governo nazionale (con una ulteriore accentuazione degli sforzi
verso le regioni meridionali). |
Processi di decentramento di competenze e di snellimento burocratico
(pianificazione territoriale, formazione professionale, sportello
unico, autonomia degli atenei universitari, ecc.). |
Indebolimento delle capacità tecniche e finanziarie degli enti
pubblici . |
Innovazioni radicali nella struttura del sistema del credito e
degli intermediari finanziari e introduzione di strumenti innovativi
di finanziamento. |
Perdita del radicamento territoriale delle grandi banche popolari
del novarese per effetto dei processi di globalizzazione. |
Possibile avvio regionale di un distretto agro-industriale risicolo
e del vino. |
Aspettative di crisi strutturale delle colture risicole. |
Elevata domanda di qualità ambientale e urbanistica dei nuovi
insediamenti. |
Spinte speculative sul fronte immobiliare, in relazione ai grandi
progetti in corso di attuazione, con conseguente riduzione della
qualità ambientale e della qualità della vita. |
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Lo scenario virtuoso |
Lo scenario "critico" |
Capacità di cogliere l’occasione della realizzazione dei grandi progetti infrastrutturali per consolidare un ruolo della provincia come "area cerniera" di livello europeo e per favorire la creazione e la localizzazione di nuove imprese legate ai settori della logistica e del primo trattamento delle merci. |
Incapacità di realizzare le necessarie "infrastrutture per lo sviluppo" e riduzione del ruolo potenziale di Novara da snodo logistico e infrastrutturale di livello europeo a zona a sviluppo stagnante o addirittura declinante, estranea ai grandi circuiti internazionali materiali e immateriali. |
Qualificazione di Novara come polo dei servizi al sistema produttivi,
della ricerca e delluniversità, fortemente integrato con i sistemi
produttivi locali. Posizionamento del polo novarese come polo
complementare, non competitivo, rispetto a Milano. |
Mancata connessione tra polo universitario e polo della ricerca,
con conseguente affermazione per il polo novarese di un modello
di terziarizzazione centrato sui servizi meno innovativi. |
Rafforzamento della vocazione industriale della provincia, attraverso
lo sviluppo della competitività delle PMI sui terreni dellinnovazione,
della qualità e della ricchezza del capitale umano. |
Crisi del modello di crescita centrato sulle PMI in ragione della
crescente concorrenzialità di prezzo di altri sistemi produttivi
locali italiani ed esteri e in mancanza di una forte capacità
di innovazione e qualificazione dei prodotti. |
Rilancio di uno sviluppo "ambientalmente sostenibile" del settore turistico, fortemente intrecciato alla valorizzazione del patrimonio storico ambientale e paesaggistico. |
Riduzione della qualità ambientale e della qualità della vita,
in ragione della realizzazione di operazioni e progetti non coordinati,
ad elevata consumo di suolo e impatto ambientale. |
Evoluzione marketoriented della produzione risicola, più rispettosa
dell'ambiente e forte valorizzazione dei prodotti tipici nei segmenti
delle colture non industrializzate. |
Crisi del settore della produzione risicola e riduzione drastica
del peso dellagricoltura nellequilibrio economico-produttivo
complessivo del novarese. |
Capacità di coordinamento e programmazione tra istituzioni e attori sociali, e di realizzazione di progetti e politiche comuni. Buon funzionamento dell’Agenzia di Sviluppo e di altri strumenti di coordinamento (sportello unico, agenzie di sviluppo a livello di distretto, etc.). Buona capacità di progettare e implementare politiche "abilitanti" per lo sviluppo locale. |
Crisi e paralisi dei processi decisionali. Incapacità di realizzare
progetti condivisi. LAgenzia diventa più un ostacolo che un veicolo
per costruire azioni comuni. |
Ruolo crescente della provincia di Novara nei confronti delle
Regioni, del Governo e dellUE. Forte capacità di lobbying e di
marketing territoriale. Forte capacità di coordinamento delle
azioni dei comuni e di coinvolgimento dei comuni nellelaborazione
delle strategie di sviluppo. |
Debolezza crescente delle istituzioni e degli enti locali. Scarsa
programmazione e scarso coordinamento delle azioni svolte dalle
singole comunità locali. |